7 agosto 2011

skies of America


barnes & noble, la più grande catena di librerie d'America ama presentarsi come una biblioteca degli anni 40. Vado al quarto piano della sede di Union Square, a tre passi da Strand. i libri sono disposti con un ordine che rispecchia l'occhio e spesso il gusto dell'addetto al reparto. Osservo attonito. Qui tutto tace, mortificato in una salamoia priva di gusto, priva di un qualunque barlume di genio. Vedo i libri dei miei amici insieme ad altre scartoffie illeggibili. Non un percorso, non accostamenti stimolanti tra titoli che potrebbero parlarsi (come dice giustamente il saggio Roberto Roversi), niente, neppure il banale ordine alfabetico.
Sconsolato cerco di buttarmi dalle scale mobili ma quelle mi riportano su.
Osservo il merchandising. Questo non è meglio. E' tutto molto più lesso di quello moderno e furbetto di Strand. Me ne vado annoiato, guardo la statua in alluminio dedicata a Andy Warhol e penso: ma chi è questo scultore stitico che gli ha reso omaggio? Per rifarmi ascolto Ornette Coleman e le cose, come in Mary Poppins, tornano a posto. Finalmente a casa!

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