16 dicembre 2008

Dnepro 22


Ieri dopo una corsa per mezza città sono entrato in un computer world (che è world si fa per dire) e avendo finalmente trovato un set di cartucce per la stampante mi avvicinavo al bancone per firmare la ricevuta della carta di credito. Di fianco a me c'era un cliente, con le braccia conserte, abbracciava qualcosa, un ferro. L'ho guardato meglio, era un kalashnikov. Come mi sono mosso mi ha bloccato e detto "one moment" impedendomi di andare a firmare. Un gesto, il suo, del tutto privo di senso. Ho capito che non era un cliente ma uno della security.
Allora è giunta la signorina che mi ha fatto firmare.
Comprare una cosa per la stampante si trasforma in una minaccia alla tua vita, così, in 4 e 4 = 8.
A una vendita sottocosto di abiti firmati un uomo della security ha fermato una donna e due ragazze vestite senza sfarzo e ha loro impedito di entrare. "cosa ci fate? Sono cose per ricchi quelle". L'arroganza degli uomini piccoli che fanno il bello e il cattivo tempo solo perché armati.
Le tre donne sono andate via. Marina Timafiena, la donna, ha detto, con la dignità del suo buon senso, che l'uomo non aveva alcun diritto di fare quello che faceva.
Giorni dopo, da sola, è entrata in quel negozio, ha comprato uno scialle.
Uscendo si è fermata dall'uomo della security per dire lui quello che aveva in animo."lei non può trattare a quel modo le persone". Lo guardava fisso negli occhi.
E si è vergognata per lui, perché non arrossiva neppure.

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